Testo completo
(articolo di Salvatore Verde, dalla Gazzetta del Mezzogiorno
del 29 luglio 2005)
Tursi - Il mesto rito mattutino del funerale di un giovane amatissimo,
si è trasformato in un inedito, grande e spontaneo evento collettivo.
Già nella giornata precedente, una fila interminabile aveva
voluto rendergli l’ultimo saluto fino a tardi. Come se, tra lacrime
ed emozione, la straordinaria dimostrazione di affetto, non solo dei
coetanei, ma anche di adulti e anziani, fosse necessariamente propedeutica
all’elaborazione del lutto privato dei genitori e di tutti i familiari,
molti dei quali arrivati da lontano per l’ultimo addio a Nicola Russo.
Il giovane era morto sul colpo, martedì verso le ore quattordici,
al bivio Sinnica-Giardini di Tursi. Ritornava dal mare in moto, assieme
al fratello Fiore e con altri amici. Per un attimo di fatale distrazione
è finito contro un palo dell’illuminazione, al lato della carreggiata.
Era gremita all’inverosimile la cattedrale dell’Annunziata, e molti
attendevano nell’adiacente piazza, quando il parroco don Battista
Di Santo, dopo aver ricordato il messaggio di condoglianze del Vescovo
Nolè, ha detto parole ispirate eppure coraggiose, irradiate
all’esterno da altoparlanti. Rivolte alla comunità (“non ci
sono umane parole adeguate a lenire il dolore di una famiglia che
accompagna un ragazzo non ancora quindicenne al cimitero), ai giovani
amici (“troppo grande è la tragedia che si è consumata,
anche se, in verità, con un po’ più di attenzione e
prudenza forse si poteva evitare”), ai genitori (“per la dignità
di mamma Carmela e di papà Vincenzo, che era lontano con il
camion per lavoro, al momento dell’incidente, è giusto dire
che hanno saputo educare al bene i loro tre figli, affinché
non deviassero mai neppure inconsapevolmente”), ma anche alle istituzioni
(“affinché si chiuda presto e bene la vicenda di alcuni anni
addietro”). Pure il lutto cittadino proclamato dal sindaco Salvatore
Caputo, ha voluto agevolare “la riflessione in ogni casa sulla emblematicità
della tragedia: un simbolo di libertà e di gioia, non deve
trasformarsi in strumento autolesivo”.
La messa corale è stata concelebrata, inoltre, da don Gianluca
Bellusci e da don Antonio Cavallo, parroco in Calabria, zio del padre,
che ha subito ringraziato tutti a nome della famiglia, avendo poi
parole di speranza e di conforto, “perché Nicola è stato
un dono, che ha vissuto intensamente, lasciandoci un ricordo potente
di affetto e di vita”. Sono intervenuti per una breve testimonianza
anche Salvatore Cosma, assessore allo sport, e Angelo Castronuovo,
preside dell’Itcgt di Tursi.
Poi, gli applausi, la banda musicale di Valsinni, i tanti occhi lucidi
e i fazzoletti. Sul muretto del bivio una ventina di manifesti a lutto
e al lato due lenzuola con dedica. Una trentina di giovani amici motociclisti,
scesi dal centro storico a motore spento, hanno rombato i motori verso
il luogo della tumulazione, circondato da corone grandi e medie, cuscini
e vasi, tutti di fiori bianchi, in precedenza portati a braccia non
solo dai compagni. Tutti indossavano le magliette bianche con la scritta
“Nicola, con noi per sempre”. Un pensiero condiviso, nel dolore.