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Con una nota a firma congiunta del sindaco Salvatore Caputo e del prof.
Aldo M. Zaccone, dirigente scolastico del locale Istituto comprensivo
“Pierro”, sono stati espressi sorpresa, disappunto e contrarietà
verso l’operato del sindaco di Policoro, relativamente alla questione
del trasporto alunni dal territorio tursitano della frazione di Panevino
alle scuole del comune jonico. A fronte di una richiesta sul “Trasporto
scolastico a.s. 2004-05” del sindaco policorese, dello scorso
4 ottobre, le due autorità tursitane hanno appena obiettato quanto
segue: “Non risultano, intanto, agli scriventi istanze di trasporto
per Policoro da parte di alunni già iscritti nel nostro Istituto;
l’esperimento concordato lo scorso anno per un solo alunno è
da relegare nell’area della eccezionalità e non nella sistematicità”,
mentre “la ‘liberalizzazione’ della circolazione dei
vostri scuolabus in agro di Tursi creerebbe lentamente rischi di depauperamento
della nostra popolazione scolastica di Panevino, già esigua ed
attestata su parametri di sopravvivenza appena sostenibili”. D’altronde,
la comunità di Panevino, ricordano, “è storicamente
collegata a Tursi centro dal punto di vista scolastico, e attraverso
legami culturali e affettivi solidi e significativi, che sarebbe insensato
minare o, addirittura, recidere”. Tant’è che il primo
cittadino e il dirigente scolastico chiariscono che: “L’amministrazione
comunale sta, anzi, dando avvio ai lavori di costruzione (proprio nella
citata frazione) della nuova scuola primaria e dell’infanzia,
a celebrazione di un’ipotesi di valorizzazione e non di elisione”.
Pertanto, il sindaco Caputo e il Dirigente Zaccone concludono, anche
per evitare fraintendimenti e in maniera perentoria e definitiva, definendo
“non praticabile alcuna ipotesi di ‘smantellamento’
della realtà scolastica di Panevino e, dunque, ribadiscono l’inopportunità
di qualsivoglia ‘convenzione’. Sarebbe uno scempio!”.
Per il sindaco, infine, “qualsiasi collaborazione presuppone almeno
la reciprocità, e sotto questo aspetto nessuno può rimproverarci
nulla fino ad oggi; ma, non vorremmo che si confondesse la correttezza
istituzionale con l’arbitrio unilaterale, peraltro enfaticamente
pubblicizzato e con risvolti controproducenti”.
S.V.